
Oggi nel Regno Unito sono aperti i seggi per votare i loro 73 rappresentanti all’europarlamento. Dopo tre anni di ridicola commedia non è cambiato nulla e la confusione regna sovrana.
Con la Gran Bretagna oggi vota anche l’Olanda, la corsa al parlamento è cominciata e coinvolge tutti i ventotto paesi della comunità che voteranno in date diverse da oggi al 26 maggio per eleggere i 751 europarlamentari.
In Olanda è un nuovo test per il governo del liberale Mark Rutte uscito con qualche difficoltà dalle elezioni per il Senato dello scorso marzo che hanno visto la vittoria dello sfidante Thierry Baudet, controverso leader del partito populista di destra Forum voor Democratie (FvD).
È una sfida per Mark Rutte con la speranza di convincere gli elettori a non sostenere chi vuole un referendum sull’uscita dell’Olanda dall’Ue.

Molto più surreale e confusa la situazione in Gran Bretagna con Theresa May sotto sfratto e il paese diviso a tre anni dal referendum che, ma solo sulla carta, aveva scelto l’uscita dalla UE.
La corsa per l’elezione dei 73 rappresentanti nell’Europa dopo tre anni di ridicoli tiramolla non sembra appassionare particolarmente gli inglesi molto più preoccupati per i danni prodotti da un triennio di incertezze, dalla crisi politica di una classe dirigente che ha paura di riconfrontarsi con il voto e, in questi giorni, anche dal crac di British Steel, industria dell’acciaio con 5000 lavoratori a rischio.