
Si chiude lo strano caso del turista italiano rapito al confine tra Siria e Turchia nel 2016. L’uomo è stato liberato dall’ala siriana della galassia di al Qaida, ma ora probabilmente finirà agli arresti domiciliari perché ricercato in Italia per ricettazione e rapina.
L’uomo ha raccontato che nell’ottobre del 2016 mentre camminava per le strade di Aldana in Turchia si è sentito mettere qualche cosa sul volto, ha perso conoscenza e si è risvegliato in una stanza con due persone incappucciate e armate.
Sandrini racconta di essere stato trattato abbastanza bene e di avere sopportato la lunga prigionia aiutandosi con l’attività fisica e grazie all’autodisciplina che si era imposto.
Su di lui, al ritorno in patria, pende un’ordinanza di custodia cautelare agli arresti domiciliari per rapina perché il bresciano è stato accusato di una rapina messa a segno prima della sua scomparsa e di ricettazione per aver tentato di vendere a cinesi dei tablet rubati da un fast food a Desenzano del Garda.
Il trentaquattrenne era partito per una vacanza in Turchia il tre ottobre del 2016 ed aveva contattato la famiglia il 17 ottobre dell’anno successivo quando telefonò alla madre Evelina da un numero di una compagnia telefonica attiva sul web.
Durante la prigionia l’uomo aveva contattato più volte la famiglia con richieste di aiuto e di denaro, prima telefonicamente e in seguito con due video poi finiti nel fascicolo della Procura di Brescia.
In uno dei video Sandrini veniva ripreso con una tuta arancione e due uomini armati e mascherati alle sue spalle e si lamentava della lentezza delle autorità italiane nella soluzione del problema sostenendo che i suoi carcerieri lo avrebbero ucciso.